sabato 8 agosto 2009

Mangiamo meno carne per il bene del pianeta


Lo dice anche l’Onu: mangiare meno carne per salvare il pianeta. Stando alle anticipazioni della stampa britannica, sarà questo il tema di un discorso, domani a Londra, di Rajendra Pachauri, presidente dell’Ipcc.
L’Ipcc è il pool di scienziati che fa capo all’Onu e che lavora sui cambiamenti climatici. L’anno scorso l’Ipcc ha ricevuto il premio Nobel per la pace insieme ad Al Gore.
Pachauri sottolineerà che secondo la Fao l’allevamento del bestiame inquina più del traffico. E’ responsabile dell’immissione nell’atmosfera del 18% dei gas serra. Insomma, per il clima mangiare carne è peggio che guidare un Suv.
Le emissioni legate all’allevamento, nel calcolo della Fao, tengono conto di tutti gli aspetti del ciclo produttivo della carne. Disboscamento per far posto a pascoli e campi, coltivazione del foraggio e delle granaglie destinate alle mandrie, emissioni di metano (un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica) legate ai processi digestivi del bestiame.
Per fare un paragone, al traffico è legato il 13% delle emissioni mondiali di gas serra. Il 5% in meno rispetto all’allevamento.
Nel suo discorso, sempre stando alle anticipazioni, Pachauri cercherà di far passare questo concetto: non mangiar carne anche solo un giorno alla settimana, tanto per cominciare, è uno dei maggiori contributi che l’individuo può dare, con il suo stile di vita, alla lotta contro i cambiamenti climatici. E non mettere in tavola la carne è più facile che lasciare l’auto in garage.
In Italia mangiamo in media almeno 110 grammi di carne al giorno. Secondo le raccomandazioni dell’Oms, l’Organizzazione mondiale per la sanità, ne bastano 65 grammi: quasi la metà.

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