domenica 9 agosto 2009

Il futuro dell'Italia è nel nucleare


Via libera al nucleare in Italia. Dopo la pronuncia positiva alla Camera dei Deputati, il Senato prosegue nella discussione del ddl 1195, collegato alla manovra finanziaria e recante disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia. Favorevoli al provvedimento Pdl e Udc, contrari Italia dei Valori e Pd, che è riuscito a inserire misure compensative a carico delle imprese e a favore degli abitanti in prossimità delle centrali. Molte le aspettative, ma anche le preoccupazioni per la norma approvata.
“Scelta del governo autoritaria e centralista; le Regioni si ribellino. Per raggiungere l’obiettivo del 25% di energia dall’atomo previsto dal governo, l’Italia dovrebbe trasformarsi in un unico cantiere nucleare per almeno 20 anni”. E' questo il commento di Legambiente al provvedimento.
Contenuti della disposizione: È riconosciuta al Governo la delega per adottare entro sei mesi e dopo una apposita delibera del Cipe, una serie di decreti per il ripristino della filiera produttiva per l’energia atomica. Il termine previsto dalla versione precedente era invece il 30 giugno 2009. L’Esecutivo potrà stabilire la tipologia e la disciplina per la localizzazione degli impianti, lo stoccaggio del combustibile e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. I consorzi interessati alla costruzione delle centrali potranno avvalersi di procedure velocizzate. L’autorizzazione unica sostituirà infatti tutte le licenze necessarie ad eccezione della Via, Valutazione di impatto ambientale, e della Vas, Valutazione ambientale strategica. Durante la votazione il Governo si è impegnato ad adottare misure di sostegno finanziario per lo studio e l'applicazione industriale delle reazioni scoperte dal CNR e dal Politecnico di Torino. Sarà istituita l'Agenzia per la sicurezza del nucleare, che si baserà sulle strutture dell'attuale Dipartimento nucleare rischio tecnologico e industriale e sui fondi dell'Enea. L'Agenzia svolgerà i compiti di autorità nazionale per la regolamentazione tecnica, il controllo, l'autorizzazione ai fini della sicurezza, la gestione dei rifiuti radioattivi. Previste anche funzioni di vigilanza su costruzione, esercizio e salvaguardia degli impianti.

Localizzazione degli impianti: La delega al Governo riguarda anche la scelta dei luoghi su cui far sorgere gli impianti per la produzione di energia elettrica nucleare, la fabbricazione di combustibile e lo stoccaggio dei rifiuti. Garantiti benefici a imprese ed Enti Locali, che saranno coinvolti nella realizzazione dei siti. In fase esecutiva dovrà essere tutelata la sicurezza e la corretta informazione alle popolazioni coinvolte. Stretti i margini di manovra a causa della composizione del territorio. Dalle mappe del Cnen, poi Enea, risalenti agli anni ’70, da quelle dell’Istituto di geofisica sul rischio sismico e in base alle analisi sul mutamento delle coste le uniche aree sicure sarebbero in Sardegna Puglia e Piemonte, sulle rive del Po. Il raffreddamento dei reattori necessita inoltre della vicinanza a fiumi o mare, ma ulteriori complicazioni potrebbero derivare dal riscaldamento globale, che provoca un innalzamento delle acque. Secondo lo studio di Greenpeace sarebbero possibili impianti anche in Basilicata, Lazio, Toscana e Sicilia meridionale.
Ruolo del Cipe: Il Comitato interministeriale per la programmazione economica avrà il compito di definire le tipologie degli impianti per la produzione di energia nucleare e individuare criteri e misure atti a favorire la costituzione di consorzi per l’ esercizio e costruzione degli stessi. Dal primo gennaio 2009 viene inoltre assicurato un gettito annuo pari a 100 milioni di euro.
Iter del nucleare in Italia: Lo sviluppo industriale attraverso l’energia atomica in Italia si è arrestato con il Referendum dell’8 novembre 1987, il cui risultato ha risentito del disastro di Chernobyl. Dopo un’inversione di tendenza dovuta alla crisi economica e all’aumento dei prezzi delle fonti energetiche tradizionali, il disegno di legge è stato anticipato nel febbraio scorso da un accordo sottoscritto dal Presidente francese Nicolas Sarkozy e dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per la collaborazione tra Edf ed Enel nella produzione di energia nucleare.

Opposizioni: Secondo il Partito Democratico non è chiaro a chi spetti il compito di individuare i siti delle nuove centrali. Il rischio è che la competenza sia assegnata alle imprese dell’energia contro il parere delle Regioni, in base al principio del potere sostitutivo del Governo in mancanza di un accordo con gli Enti Locali. Preoccupa la soggezione dei siti al segreto militare, che di fatto potrebbe annullare i controlli necessari. Così come il numero degli impianti da realizzare. Il Governo si è impegnato per la costruzione di quattro centrali. Quantità che potrebbe però risultare insufficiente dal momento che l’obiettivo dichiarato è il soddisfacimento del 25% del fabbisogno energetico. Legambiente e Greanpeace incitano intanto le Regioni all'opposizione, facendo valere le competenze in materia di energia sancite dalla Costituzione. Impegnarsi nel nucleare significherebbe infatti deviare i fondi dalla ricerca sulle rinnovabili, generando una involuzione. Idee chiare in Puglia, dove l'assessore all'Ecologia Michele Losappio ha annunciato una netta e contraria presa di posizione al prossimo Consiglio Regionale.


Io credo che il nucleare se usato con responsabilità e sicurezza può portare a grandi benefici,è vero vengono prodotte scorie ma se tenute in maniera a degua dopo qualche migliaio d'anni saranno smaltite!

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