domenica 9 agosto 2009

Amianto:la nostra casa può ucciderci



Oggi il problema dell'amianto è quello di riuscire a smaltirlo, visto che sulla nocività di questo materiale incorruttibile, inestinguibile e resistente al fuoco non ci sono più dubbi.
Amianto, un problema grave: sul territorio italiano ci sono ancora 2,5 miliardi di metri quadri di coperture di eternit pari a 32 milioni di tonnellate di cemento-amianto e molte tonnellate di amianto friabile, per un totale di amianto puro di circa 8 milioni di mc.Attualmente leggi severissime ne vietano la produzione, il commercio, l'estrazione, l'importazione, l'esportazione e l'utilizzazione e, soprattutto, dettano le modalità precise e i controlli cui deve essere sottoposta la riconversione produttiva e l'attività di bonifica e decontaminazione delle aree interessate da amianto. Quando ancora non se conoscevano le conseguenze dannose, l'amianto, chiamato anche absesto, è stato usato in maniera indiscriminata: è entrato nella composizione di oltre 3.000 prodotti, alcuni di uso molto comune come: mastici, sigillanti, pasticche dei freni, corde e tessuti, ma anche per la costruzione di tramezzi, tetti, condutture di acqua potabile, intercapedini e stucchi per abitazioni e strutture pubbliche (asili, scuole, uffici, ospedali), poiché migliora la resistenza degli elementi strutturali, assicura l'isolamento termico e acustico e protegge contro i rischi d'incendio.Il problema è dovuto alla capacità che i materiali di amianto hanno di rilasciare nell'aria microfibre a causa dell'usura degli stessi, alle vibrazioni e alle infiltrazioni d'acqua. La consistenza fibrosa è alla base delle proprietà tecnologiche, ma anche delle proprietà di rischio essendo causa di gravi patologie a carico prevalentemente dell'apparato respiratorio quali asbestosi, mesotelioma pleurico e carcinoma, polmonari e bronchiali. Purtroppo le previsioni sono di un aumento di tali malattie (da 1.500 l'anno fino a 20-30.000 nei prossimi cinque anni) tra le persone precedentemente esposte nell'ambiente di lavoro o nell'ambiente di vita.Il Cnr ha istituito una "Commissione di Studio per il coordinamento delle iniziative del Cnr nel campo dell'amianto e della sua dismissione e sostituzione". La coordinatrice della Commissione, Anna Marabini, afferma che pur esistendo procedure di rimozione, impianti di smaltimento e processi chimico-fisici di trattamento, occorre un grande sforzo congiunto del sistema ricerca e delle industrie per procedere alla sperimentazione e industrializzazione di processi di inertizzazione e riciclo dei materiali contenenti amianto e alla progettazione mirata di quelli sostitutivi innocui e vendibili. Chiunque abbia anche solo il sospetto di vivere e/o lavorare a contatto con l'amianto è tenuto a darne comunicazione ai servizi di igiene e sanità pubblica presso la Asl di competenza.

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